domenica 11 settembre 2011

E fu così che cominciai...


«Era un giorno qualunque, come altri. Il periodo non era dei migliori. Forse era proprio il peggiore.
Mi alzai una mattina e incazzato nero, pensai subito a cosa avrei dovuto fare.
Quale potesse essere la cura per il nervosismo che ingabbiava la mia Anima.
Arrivai a ben tre conclusioni.
La prima, è facile, ma anche la più difficile: arrivare a Lei. Proprio questo il motivo della mia grande incazzatura. 
Il fatto è che non potevo, pur volendo. Dovevo, volevo, ma non potevo.
La seconda è la scelta che mi è balenata in testa più volte, un po' per sfida, un po' per principio, un po' per divertimento e, perché no, un po' per curiosità: alzarmi da quel letto, vestirmi, scrivere un enorme biglietto, uno di quelli che lascia il segno, uno di quelli che rimangono eterni a vista e ti parlano durante la notte, che senti quella voce rimbombarti dentro. Poi prendere il cellulare, inviare un SMS alla persona più importante della mia vita, alla persona che per prima deve immaginare, sapere, e incamminarmi verso la più grande altezza di questa città.
Giunto fin lì, aprire le braccia al cielo e tuffarmi nel vuoto, nella leggerezza di me stesso, sentire la mia Anima urlarmi dentro, intrappolata che vuole uscire e rimanere in questa terra ancora per un po', finché...silenzio. Eterno.
Sapete, questo è uno dei miei più grandi sogni, forse una volta in volo, mi farebbe sentire davvero realizzato.
La terza scelta, è la più facile di tutte. La terza scelta consisteva nell'alzarmi dal letto, in quello stato nervoso com'ero e vestirmi, prendere le chiavi di casa, qualche spicciolo e cercare la cura che facesse per me.
Già sapendo in testa cosa avrei preso come cura, mi incamminai verso un tabaccaio e una volta trovatomi lì chiesi al negoziante un pacchetto di sigarette.
Aprii il pacchetto e accesi la prima.»



Delle tre scelte, avrei scelto sicuramente la prima. Ma ci vuole tempo, tempo e sangue freddo.
Ma avrei potuto scegliere anche la seconda, ma per quello non è tanto il sangue freddo che bisogna avere, ma bisogna essere consapevoli di ciò che si perde, e di ciò che si lascia.
Bisogna essere folli.
Lo sono, fino a questo punto, ma non è ancora arrivato il momento.
Il momento arriverà quando non ci sarà più tempo.
Per questo ho scelto la terza, perché pur avendo fatto una scelta, ho lasciato la porta aperta a tutte e due le altre possibilità e in più, ho calmato quel mio nervosismo che non lasciava fiato alla mia Anima.

- E fu così che cominciai. - 


Nessun commento:

Posta un commento