lunedì 22 ottobre 2012

Ti ho fatto male per non farlo alla tua vita...


Io mi nascosi in te e poi ti ho nascosto da tutto e tutti per non farmi più trovare, e adesso che torniamo ognuno al proprio posto liberi finalmente, non saper che fare...

Avremmo vinto mai, contro un miliardo di persone? E una storia va a puttane.
Sapessi andarci io...


A volte si dicono cose che non si vorrebbero dover dire.
Purtroppo.
Escono così.
Come la pioggia d'estate.
Te ne stai sdraiato nella calda ombra di un albero fino a quando non senti cadere una goccia in fronte.
Solo allora capisci che sta piovendo.
E non puoi fare niente se non correre e scappare, scappare da quell'acqua che ti bagna il viso, il corpo.
Quell'acqua che ti ammala.
Che ti fa star male per giorni e giorni.
Solo dopo, solo pochi giorni dopo, ti accorgi che forse sarebbe stato meglio restare sotto a quell'albero, invece che correre per l'intera prateria, perché probabilmente quell'acqua non ti avrebbe bagnato fino ad ammalarti.
E così fanno le parole. 
Escono, e ammalano.
Ti ammalano.
Ammalano tutti.

Eppure in fondo, sono solo parole.
Ne ho sentite spesso. 
Ne ho sentite tante.
Stasera potrei restare ore intere a scrivere di tutte le parole che ho sentito in vita mia, senza mai essere seguite da fatti.
Sono abbastanza coerente con quello che dico, e quindi con quello che scrivo.
Non mi sono mai piaciute le persone false, le persone fanatiche, le persone che fanno di tutto un niente, le persone che fanno di tutta un'erba un fascio, le persone che si montano la testa solo perché hanno qualcosa che non hai, le persone che non capiscono un cazzo di niente e dicono a te di non capire un cazzo di niente.
Mi stanno sul cazzo le persone che domandano troppo quando nemmeno dovrebbero guardarti, mi stanno sul cazzo le persone che godono dell'infelicità degli altri.
Mi stanno altamente sul cazzo le persone che per pararsi il culo inventano cazzate su cazzate.
Non riesco proprio a farmi piacere tanto da averne il più completo disgusto le persone che dicono di essere falsi agli altri, quando in realtà lo sono loro per prime, le persone che ogni giorno si svegliano solo per potersi divertire a raccontare cazzate in giro, le persone che vivono solo per romperti i coglioni.
Eppure, molti non mi capiscono.
Forse lo fanno apposta, forse lo fanno per non rientrare in qualcuna di queste categorie.
O forse non mi capiscono perché davvero sono un ragazzo complicato.
Eppure quei molti mi stanno tanto sul cazzo.
E mi stanno sul cazzo per i motivi che ho appena elencato.
E mi sta sul cazzo che le persone vengano a dire a me ciò che non sono, quando per primo giuro, diventerei un tiranno dittatore pur di eliminare quelle merde nel mondo.

Allora voi che sarete arrivati fin qui a leggere, vi chiederete curiosi: "cosa cazzo ha fatto questo qui che ce l'ha così tanto con questi tipi di persone?"
E vi rispondo semplicemente che mi sono rotto i coglioni di essere etichettato per qualcosa che non sono, quando ogni giorno lotto per non esserlo, perché esserlo sarebbe molto più semplice, perché odio profondamente con tutto me stesso le persone che dicono cazzate ogni giorno, le persone che si parano il culo solo perché sono delle vigliacche, delle persone che si credono di essere dei fottuti numeri uno quando invece sono solamente dei fottutissimi numeri di merda, proprio come me, proprio come mi etichetta questa società di merda.

Avrei voluto fare di più, dare di più, se mi fosse stato permesso.
Eppure non mi è stato permesso, e mi sono adeguato, come sempre, come ogni volta in cui ci ho messo tutto me stesso.
Come ogni volta in cui c'ho lasciato un pezzo d'Anima, come ogni volta che c'ho lasciato il Cuore, come ogni volta che avrei voluto spaccare tutto pur di potermelo permettere, ma non ci sono riuscito.
Come ogni volta che nella mia vita sono cresciuto, grazie ad un altro fallimento.
E ogni volta, ho dovuto ricominciare.
Ricomiciare da zero.
Senza nessuno.
Senza te.




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