lunedì 26 novembre 2012

Anche se spaventati dai giorni che son più brutti, preghiamo per i nostri sogni tutte le notti. Tutte le notti nei nostri sogni c'è un po' di realtà, abbiamo negli occhi la luce della libertà.



"T'immagino lì bella e sorridente, poi mi vedo con in rosso il conto corrente.
E io sono il perdente.
Contenta, hai vinto la gara della convivenza.
Poi uno si dispera e l'altra non ci pensa .
Una si rifà una vita e l'altro una dipendenza...

Io al massimo potevo offrirti un mazzo di fiori.
Quelli non te li sei presi ma il resto hai voluto tutto.
La mia pelle il mio sangue il mio mondo distrutto. 
Abitudine uccide, abitudine affitto in una stanza vuota a guardare il soffitto.
Perché quello che dici adesso va detto, e quello che scrivi adesso va scritto."

E quello che scrivo, adesso va scritto.

Ho sognato. Come faccio ormai da un po' di notti.
Però questa poteva sembrare la fine.
Era reale, come se potessi toccarla.
Sentivo un graffio al Cuore, una sofferenza.
Lei non c'era più.
Non perché era fuggita via, ma perché si, era morta.
Non ricordo come, ma ricordo solo di esser rimasto con il Cuore tremante per tutto quell'infinito tempo nel mio sogno.
Ho visto stravolta la mia vita.
Un continuo pensiero, un continuo piangere. E credo di aver pianto anche durante il sonno, realmente.
Era così vero, così logico.
Non c'era niente di irreale.
Vedevo il mio futuro assieme alla mia migliore amica, anche lei ormai sola.
Quando mi sono svegliato, mi sembrava di essermi svegliato da una di quelle mattine che stavo sognando.
Mi ci è voluto per realizzare che fosse "solamente" un sogno.
Eppure la giornata è stata grigia tutto questo giorno, seppur fuori ci sia stato un sole scoperto dalle nuvole.

"Che per quegli occhi dolci posso solo stare male, e quelle labbra prendere e poi baciarle al sole perché, so quanto fa male la mancanza di un sorriso, quando allontanandoci sparisce dal tuo viso..."

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